La Galleria > Ogni giorno quell'albero mi dà pensieri di gioia > La CriticaPer molti anni abbiamo visto il pittore Andrea Ferrari Bordogna impegnato nell'esplorazione appassionata di alcuni temi a sfondo sociale, ma l'argomento che ha sviluppato con grande coinvolgimento è il paesaggio della bassa lombarda. Un paesaggio che l'artista conosce e possiede molto bene: vive in una cascina di Corneliano Bertario, una frazione di Truccazzano, uno dei tanti paesi bagnati dal Canale Muzza. La sua presenza sul territorio gli consente di assistere al fascino e alle trasformazioni del paesaggio che per molto tempo ha descritto con poche pennellate sulle sue grezze tele. Sono apparsi così tutti i "segni" che contraddistinguono l'ambiente: i tanti verdi (verde intenso dei campi di pannocchie, verde chiaro delle marcite, verde metallico dei salici, verde tremolante dei pioppi...) che mutano continuamente con il mutare delle stagioni, e poi le cascine, le strade sterrate, i canali, i filari di pioppi cipressini... Ferrari Bordogna si è immerso per molti anni al centro di questa natura e di questo paesaggio in un rapporto artisticamente egoistico: non ci sono nei suoi quadri presenze umane. Il paesaggio veniva descritto in tutte le sue componenti, esaltato dalle stagioni, dalle diverse luci del giorno, dalle albe ai tramonti. Da qualche tempo nelle sue opere si assiste ad un profondo cambiamento: il soggetto appare lo stesso, ma i "segni" che prima venivano descritti con grande passione e partecipazione, in queste recenti opere ci appaiono semplificati in simboli di una natura ormai sempre più lontana. Sembra che l'artista abbia "preso le distanze" da quel mondo carico di fascino arcaico che aveva descritto con le sue precedenti tele. Ora la natura è ridotta ad un albero che non risponde più alla sua vera caratteristica: altri sono i colori, mancano i rami e le foglie. Anche le case sono semplificate e lasciano lunghe ombre un po' metafisiche su di un territorio svuotato. L'artista cerca così con queste nuove opere di sottrarsi dall'influenza emotiva del paesaggio approdando in un territorio in cui poter esplorare una propria realtà interiore. Una realtà interiore fatta più di emozioni che di rappresentazioni naturalistiche: Ferrari Bordogna è sempre comunque al centro di questi nuovi scenari. L'assenza di figure umane ci fa capire come tutte le cose descritte con le sue larghe pennellate sono elementi scenici di spazio trasfigurato di cui si circonda. La loro semplificazione indica il desiderio di usarli come "punti fermi" alla ricerca di certezze. Oggi, con queste recenti opere esposte al Castello di Corneliano, Ferrari ci indica non tanto una nuova esplorazione quanto l'inizio di una nuovo linguaggio che gli apre grandi orizzonti in cui potrà avventurarsi per esplorare i luoghi della memoria e delle proprie nostalgie, delle proprie paure e delle proprie emozioni quotidiane. Ugo La Pietra |