Andrea Ferrari Bordogna

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Immanenza del sacro nella pittura di Ferrari Bordogna

Una crocifissione su carta di giornale. La provocazione innescata da Andrea ferrari sta nella dialettica sottesa: cronaca e storia, eternità ed effimero, spirito e materia, sentire "alto" e "basso". La lettura di queste opere va dunque indirizzata ai due elementi della dialettica: l'immagine sacra ed il supporto che, lungi dall'essere anonimo, si fa portatore di segni ulteriori, in una sorta di "messa in scena" dell'evento.

L'immanenza dell'evento sacro, così cara alla cultura occidentale, trova una nuova espressione nell'opera dell'artista milanese, attraverso il foglio di giornale, tipico prodotto usa e getta e, al contempo, portatore di tutti i segni del contemporaneo.

Il Cristo, pur con accentuati caratteri naturalistici, vira verso l'espressionismo, collocandosi vicino, espressivamente, alle immagini di George Rouault. La figura ora è intera, ora parziale, fino all'evidenziazione del frammento costituito dalla mano o dai piedi o dal solo volto. Il Cristo è presente, e come crocifisso, nell'iconografia del Patiens, sofferente nella morte, e come Ecce Homo.

Entriamo nel vivo di queste opere analizzandone alcune e provando a suggerire alcune chiavi di lettura. E' evidente che, a seconda della realtà personale di ciascun riguardante, l'analisi sarà altra. E se ciò è vero per ciascuna opera d'arte, qui il processo di soggettivazione è dichiaratamente sollecitato, perché varia è l'interpretazione delle immagini che compaiono sui giornali. Del resto ci troviamo di fronte, quasi sempre, non ad una pagina intera, ma ad un collages di pagine con una precisa indicazione di senso.

Nell'analisi delle pagine dei giornali prescelti, e del loro assemblaggio, un tema sempre presente è quello economico, individuabile e attraverso la pubblicità, dalle auto ai viaggi aerei, e gli articoli, da "Piazza Affari" alle lotte sindacali. E' certo che il tema riporta a vari passi del Vangelo. Torna in mente anche Dante che, nel XI canto del Paradiso, offre l'immagine di Madonna Povertà, unica sposa di Cristo "si che, dove Maria rimase giuso, / ella con Cristo pianse in su la croce".

Profondamente etico e provocatorio è, pertanto, l'accostamento voluto da Ferrari Bordogna.

Immanenza del Verbo e Delitto di stampa sono forse le immagini più emblematiche dell'intero ciclo. In entrambe il Cristo, anche se non a figura intera, è chiaramente posto sulla croce. Il fondo è dipinto rispettivamente in blu, simbolo della trascendenza, ed in rosso, simbolo del sangue versato. Il colore lascia libera una zona del giornale ritagliandovi la croce così che il Cristo risulta inchiodato direttamente sull'"effimero" quotidiano". L'apparente neutralità del mezzo si fa strumento di martirio, carico delle icone dei nostri tempi, dalla pin up a Topolino, dal noto politico all'automobile, dalla "cultura" da fagocitare allo sport come mito.

Il Cristo solo è "vera icona".

Ne La buona novella, l'opera in cui compare il Cristo in croce nel "frammento" di volto e parte superiore del busto, il supporto a stampa è costituito da una pagina "composta" con due notizie a fronte: un'impresa di un kamikaze palestinese ed una rappresaglia israeliana. A queste due "cattive" notizie fanno da contro altare due "buone" notizie: due nuove automobili. Il fondo è costituito da un elenco di titoli di borsa con notizie di "Piazza Affari" e reclame di istituti di credito. Il concetto di "buono" perde, infatti, nel mondo contemporaneo, il suo vero campo semantico, che è quello dell'etica, per entrare nell'effimero consumistico.

A ama B è il dialogo d'amore tra la Vergine ed il Figlio in croce. La Vergine piange quel figio "bianco e vermiglio". Qui l'amore è totale tra Madre e Figlio e tra Figlio e Madre che è, a sua volta, figlia del Figlio. Ma che tipo di amore è quello dell'oggi? E' un amore, se tale si può ancora chiamare, caratterizzato da "alta tensione", "battaglia", identità "doppia". Oggi A ama B che ama C... e l'amore, non più circolare, si disperde.

Il volto dell'Ecce Homo racchiuso in un nimbo dorato, che compare nel Volto Santo, non dialoga con i volti invasivi che lo circondano. Questi sono di Diabolik e di due giovani, uomo e donna, che sorridono dalle immagini pubblicitarie, volti "finti", in ogni caso, rispetto alla verità della sofferenza.

La via del Calvario è oggi "due chilometri e mezzo di shopping" e la "promessa" non è più quella di una terra assagnata da Dio ma quella di una guerra ineluttabile come indicano le foto dei soldati ed i titoli dei servizi.

Sangue sulle strade presenta la Maddalena ai piedi della croce nel gesto di abbracciarne il legno, secondo un'iconografia ampiamente collaudata. Nella composizione sono solo i piedi del Cristo, sanguinanti, a denunciare la presenza del suo corpo martoriato. Anche qui la croce è costituita dalla "pura" cronaca quotidiana senza l'intervento pittorico. Il collage di giornali mette in risalto la reclame di un'auto che occupa quasi completamente la parte inferiore del dipinto. Le altre notizie sono varie, da quelle politiche a quelle economiche, italiane ed estere. Il sangue del Cristo cola copioso sull'auto. L'opera consente più chiavi di lettura: il sangue del Cristo Dio è riscatto per l'umanità redenta, il sangue del Cristo Uomo è espressione di tutte le umane tragedie.

Ne "Il cammino della sofferenza protagonista" è la parte inferiore delle gambe con i piedi trafitti dal chiodo. A commento di questi arti offesi si affacciano, dalle pagine dei quotidiani, le gambe di una modella e quelle dei calciatori. L'uomo di oggi, trincerandosi dietro spesse lenti da sole, va senza fermarsi, senza voltarsi indietro, senza vedere veramente, cieco alla sofferenza che lo circonda. In un angolo è un pittore con la sua tavolozza ed una tela appoggiata ad un cavalletto. E forse lui quello che vede; forse nella sua arte è la risposta alla considerazione di S.S. Giovanni Paolo II tratta da Dostoevskij la bellezza salverà il mondo (Lettera agli Artisti 4/4/1999).

La bellezza, e quindi l'arte che è di pertinenza dellestetica, come possibilità di riscatto. Questo principio sembra accompagnare costantemente l'opera di Andrea Ferrari Bordogna, come si evince anche dal precedente ciclo Bellezza trasparente dedicato ai profughi. Questi, solitamente relegati, esclusi, allontanati, recuperano l'individualità, e quindi il diritto ad essere, attraverso la ricca serie di ritratti che il pittore ha loro dedicato. Il gesto pittorico dà identità a chi l'identità ha perduto, dà valore a chi è privato di valore, offre amore al reietto. L'arte come strumento d'amore. Il ciclo dedicato al Cristo crocifisso, schernito ed umiliato, è dunque un ulteriore passo nella ricerca di quei valori che consentono allumanità di riscattarsi.

Stefania Severi